Imparzialità ed emozioni

ID: 300413
Imparzialità ed emozioni 
14.Oct.12 21:41
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Alessandro De Poi (I)
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Alessandro De Poi

RMorg è un'organizzazione/associazione no profit con fondamenta democratiche. L'iscrizione potrebbe venir descritta come “registrazione dell'utenza con specifici diritti di utilizzo e partecipazione” - in modo simile a quanto offrono altre organizzazioni no profit.


Imparzialità ed emozioni

In breve:
Lo sappiamo, quello che si potrebbe scrivere qui è semplice:

essere gentili e rispettosi con gli altri;

non aspettarsi troppo;

comprendere che gli amministratori non sempre si fidano delle parole, ma dell'evidenza – e questo è un bene;

comprendere che vogliamo essere dettagliati e descrittivi;
comprendere che non ci sono obblighi – a parte il fatto di ringraziare chi risponde alle tue domande nel forum.

Getta acqua sul fuoco, qualora ve ne sia uno, e non benzina.

Non rimanere in disparte col broncio, e tieni in mente che l'obiettività non è scortesia.
In caso di problemi personali, può essere d'aiuto un Mediatore, negli altri casi si può contattare un Amministratore.

Nel caso opposto:
Quando guardo al nuovo anno, noto che quello precedente è andato molto bene. Le poche eccezioni potrebbero essere ulteriormente ridotte.

Pertanto, per chi desideri saperne di più:

Probabilmente tutte le impressioni che riceviamo dall'esterno – e non importa con quale obiettività – devono attraversare la parte del cervello che gestisce le emozioni prima di arrivare alla corteccia cerebrale per un'analisi obiettiva. Il cervello emotivo opera molto velocemente, senza elaborazioni intellettive, in modo da consentire – ad esempio in gravi situazioni di pericolo – una reazione spontanea che salvi la vita. In casi di reazione incontrollata, queste situazioni possono portare a controproducenti crisi di panico – il messaggio non raggiunge il cervello razionale.

In tal riguardo, ci sono persone molto emotive e persone molto razionali. I controlli non sono solo genetici, ma possono dipendere dal momento, dalla situazione, etc.

I nostri iscritti sono un riflesso della nostra società: sono rappresentati tutti gli estremi e diverse generazioni. Abbiamo iscritti dai 13 ai 90 anni, quelli che utilizzano appieno le funzionalità di Rmorg e quelli che hanno qualche difficoltà all'utilizzo di Internet. Abbiamo sia grandi professionisti che i “semplici” appassionati.

Siamo generalmente amichevoli
Sono necessarie alcune regole di comportamento, affinché tutto l'insieme possa funzionare. Una di queste regole è che ognuno dovrebbe collaborare in modo amichevole con gli altri iscritti - anche nei casi in cui vi siano forti divergenze di opinioni. Dobbiamo prestare attenzione, in special modo a qualsiasi tipo di pressione. Tutti noi svolgiamo un servizio volontario per la comunità degli appassionati. Questo può anche essere altruismo, ma di solito può anche essere utile alle proprie necessità. Non abbiamo bisogno di sarcasmo, ironia, polemiche, cinismo e derisioni.

Vale la pena andarsi a rivedere ogni tanto il significato di queste “variazioni di espressione artificiali o artistiche”. Tutti questi tipi di oltraggio o di presa in giro non le incontriamo fortunatamente praticamente mai in RMorg – e questo dipende certamente dal fatto che non conosciamo l'anonimato.

Come soci non dobbiamo ritenere che gli amministratori siano al nostro servizio – e – per paradossale che possa suonare, in veste di amministratori siamo noi al servizio dei soci, ma non siamo impiegati pubblici.

Come soci non facciamo nessun piacere agli amministratori se carichiamo una immagine, un nuovo modello o dati. Al contrario facciamo un piacere a noi stessi e agli altri soci. In altri termini: ci aiutiamo reciprocamente e non ci sono sovrintendenti.

 

E se tuttavia non ci si capisce?

Gli amministratori e i soci possono apparire concisi e fattuali. Questo non ha nulla a che fare con l'ostilità, ma con l'eliminazione di fronzoli o di emozioni o di motivazione per gli argomenti. Sarebbe bello che gli amministratori avessero tempo per le emozioni – ma non è così.

Né l'amministratore, né il socio possono cadere nella volgarità. Dobbiamo mettere in conto che la nostra controparte userà lo stesso tono – e per questo ci dobbiamo veramente chiedere perché.

Nuovamente: tutti gli amministratori e me medesimo facciamo qualcosa per Lei – senza esserne obbligati e senza ricompensa. Vi preghiamo di pensarci – e di ringraziare qualche volta un amministratore, se vi ha aiutato.

Osserva le persone di cui ti fidi

Partiamo da verità – e tuttavia p.es. gli amministratori dei modelli devono sollecitare “prove”. Vogliamo possibilmente raggiungere un corpo di documentazione privo di errori. Questo non ha nulla a che fare con la sfiducia. Questo si può fare con motivazione o solo fattualmente. La prima ipotesi sarebbe preferibile, ma spesso manca tempo per la motivazione. Fattualmente si può procedere anche in modo pesante, ma sempre senza ferire la persona. Anche tra amici si può talvolta avere uno scontro sui fatti e rimanere amici – altrimenti si sarebbe incapaci di un rapporto veramente amichevole.

Nel caso un socio fosse troppo “difficile” - allora dovrebbe dargli una risposta adeguata qualcuno che non sia coinvolto nel caso – raramente anche in forma di una scappatoia che il socio interessato possa porsi autonomamente. Io intendo con questo, che si possa arrivare a un lavoro costruttivo (obiettivo) oppure nel caso peggiore a una chiusura o a un rigetto. Quest'ultimo caso sarà giudicato da un team, prima di essere applicato. Anche nel caso “perdessimo” in questo modo uno o due per mille di soci annualmente, sarebbe un molto buon segno. Per fortuna è anche così.

Ma che senso ha la scappatoia? Per esempio io rispondo, come ogni tanto mi capita, solo per vedere se il mio corrispondente si accorga in che modo ha ferito o come si è comportato “non correttamente” (eco dal bosco). Talvolta io pubblico un tal caso senza citare nomi nel “Talk”. Così tutti vedono come io reagisco, per potermi giudicare. Infine io sono responsabile per quello che tolleriamo e quello che non tolleriamo. Un mediatore o il sottoscritto sono i soli che hanno diritto di “costruire” queste “scappatoie”.

Non buttare benzina sul fuoco

In ogni caso abbiamo anche soci che alla prima difficoltà si rintanano nell'angolino.

In tutta la vita dobbiamo saper “venderci”. Se dunque qualcosa non riesce al primo tentativo, allora dovremmo cercare un'altra via o un'altra persona – oppure dovremmo aver imparato qualcosa e riflettere. Tutto il resto ci rende deboli invece di forti.

Nel caso ci sentissimo “trattati male”, dovremmo invece analizzare prima: quale parte del mio sentimento è stata obiettivamente ferita, e quale soggettivamente, e quindi appartiene al mio carattere peculiare e ha effettivamente poco a che fare con l'altro? Dovrei forse rivolgermi a qualcuno che possa fare da tramite nella questione? Se Lei è arrivato a questo punto, allora abbiamo un Mediatore. Lei lo può contattare all'indirizzo e-mail mediator@radiomuseum.org.

Gli scriva nel caso si senta ferito e sia sicuro, che si tratti veramente di un problema del Suo collega e non dipenda invece da Lei. L'email “Mediator” è indirizzato ad un team (casella di posta condivisa IMAP).

 

La vita è un percorso di apprendimento

Per me lo scopo più importante della vita è di conoscere se stessi e di migliorarsi – per questa unica vita, non per quella speculativa nell'aldilà....Purtroppo questo riesce solo a poche persone. C'è il grande pericolo, che elementi negativi del carattere si rendano sempre più evidenti all'avanzare dell'età, piuttosto che si possa “maturare” con l'età. Quest'ultimo fatto sembra essere una cosa rara e un dono particolare.

 

Restare flessibile

Se abbiamo una visione diversa dal nostro partner (ad es. collega collezionista o amministratore), allora questo ha basi solide da entrambe le parti, cosa che noi dovremmo prima chiarire – e far sì che venga chiarito. Non dobbiamo quindi intestardirci sul nostro punto di vista, ma prestare ascolto alle contro-argomentazioni – oppure trovare buone fonti e dimostrazioni, che possano convincere l'amministratore – invece di insistere sul proprio punto di vista. L'amministratore non dovrebbe negare al suo contendente il suo parere di merito. La cosa migliore sarebbe, se il socio fornisse subito le prove per iscritto, perché egli è tenuto a questo e non dovrebbe assumere una posizione passiva. Gli amministratori non dovrebbero neanche perdere tempo a provare qualcosa che poi debbono respingere. Questo lo vogliamo evitare.

 

Imparare da una sconfitta ipotetica

Qualche tempo fa avevo preparato due nuovi modelli, cioè AEG K1 e K2. L'ho fatto dopo una vana ricerca su tutti i modelli esistenti. La sigla aggiunta mi ha impedito di trovare il modello.

Anch'io commetto errori. E' venuta la email di risposta automatica, che il “mio” modello era respinto – senza commenti o giustificazioni.

Naturalmente questo colpisce prima di tutto il livello emotivo, che nel caso estremo potrebbe reagire con una parolaccia: “Accidenti, io sono il capo qui e questi respingono il mio lavoro grande e giusto?” No, io devo consegnare il tutto al mio livello razionale e non cedere a questo tipo di reazione, anche se ne ho coscienza. Dunque: io cerco il motivo: Gli amministratori hanno anche i loro buoni motivi – ma quali? Cosa ho IO fatto di sbagliato? Magari era l'errore più comune, che fosse un doppione? – vediamo un po'. Ah si, mi era sfuggito, ma che sciocchezza (da parte mia). Mi posso però scusare perché non avevo molto tempo a disposizione....

 

Perfetto lavoro di gruppo

E: ah, gli amministratori hanno addirittura aggiunto le mie importanti annotazioni nel vecchio modello, perfetto. No, per nulla perfetto, perché UNA sola parola avrebbe potuto innescare un querelle, che in un'altra persona avrebbe potuto restare fissata nel suo livello emotivo: “Doppione” (ci sono anche altri motivi). Ancora meglio (ma per me naturalmente non necessario): “Grazie per il Suo suggerimento, è sempre importante, ma questa volta si tratta di una proposta duplicato, spiacenti – si veda la pagina seguente... Saluti xy”. Questo sarebbe perfetto e porterebbe via solo alcuni secondi – e questo non è neanche da respingere.

Una preghiera ai soci:

Non lasciar fermare nulla nel livello emozionale.

Portare prove e non insistere semplicemente, se qualcosa non è chiaro all'amministratore. Cercare di stabilire una buona comunicazione, altrimenti cercare aiuto.

Una preghiera agli amministratori:

Se possibile giustificare tutto, mai rispondere in modo offensivo, appoggiarsi ai colleghi!

 

Nel caso peggiore ricorrere a un mediatore, per rendere la cosa più oggettiva. Sì, siamo uomini diversi e questo lo dobbiamo anche accettare.

Un consiglio importante:

Non essere mai permalosi, ma conservare le cose positive e (per quanto possibile) dimenticare quelle negative.


Traduzione dal tedesco: Gianfranco Bressanin + Alessandro De Poi

Ringrazia l'autore se ritieni l'articolo interessante o ben scritto.