• Jahr
  • 1961 ?
  • Kategorie
  • Rundfunkempfänger (Radio - oder Tuner nach WW2)
  • Radiomuseum.org ID
  • 111902

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 Technische Daten

  • Anzahl Röhren
  • 6
  • Anzahl Transistoren
  • Hauptprinzip
  • Superhet allgemein
  • Wellenbereiche
  • Langwelle, Mittelwelle, Kurzwelle und UKW.
  • Betriebsart / Volt
  • Wechselstromspeisung / 220 Volt
  • Lautsprecher
  • 4 Lautsprecher
  • Material
  • Gerät mit Holzgehäuse

Die GFGF Zeitschrift Funkgeschichte bringt interessante Artikel zu Radios, Funkwesen und Medien. Bei Radiomuseum.org finden Sie die vollständigen Hefte früherer Ausgaben als PDF zum Download.

  • von Radiomuseum.org
  • Modell: Simonetta MW292ST - QUELLE GmbH Universum; Fürth
  • Form
  • Tischgerät, Tasten oder Druckknöpfe.
  • Abmessungen (BHT)
  • 570 x 350 x 240 mm / 22.4 x 13.8 x 9.4 inch
  • Bemerkung
  • 2-Kanal-Stereoverstärker, Ausgangsleistung je 4 W. 3 Klangtasten. Anschlüsse für Stereo-Zusatzlautsprecher, Aussenlautsprecher, Tonabnehmer und Tonbandgerät (Mono und Stereo).

    Hergestellt von der Firma Tonfunk. Siehe auch Tonjuwel Luxus 61ST W292 ST

  • Literaturnachweis
  • -- Original-techn. papers.
  • Autor
  • Modellseite von Ilja Liebisch angelegt. Siehe bei "Änderungsvorschlag" für weitere Mitarbeit.

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Das Modell Simonetta befindet sich in den Sammlungen folgender Mitglieder.

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Forumsbeiträge zum Modell: QUELLE GmbH: Simonetta MW292ST

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SIMONETTA STEREO

Recupero di una radio.

Esteticamente non stava male, anche se il giudizio era condizionato dalla ridotta dimensioni delle immagini esposte in asta.

La funzionalità, era detto, era discontinua con attenuazione e distorsione del suono della Modulazione di Frequenza dopo circa quindici minuti di funzionamento.

Tra le due cose quella che mi ha stimolato di più all’acquisto è stata decisamente la seconda, cercare di capire il perché di questo funzionamento anomalo e provare ad eliminarlo.

L’ho acquistata e all’arrivo le cose non si sono rivelate nella esatta maniera in cui sembravano e come erano state descritte, certo non per malafede di chi me la ha venduta che anzi si è rivelata poi una persona squisita tanto che quando gli ho palesato tutti i difetti occulti della radio si è sentita in dovere di rendermi una parte del prezzo pagato. Siamo diventati amici via e-mail anche con tutte le difficoltà di comunicazione che hanno due persone che parlano lingue diverse e devono ricorre al solito inglese per riuscire a dialogare.

Tornando alla radio la situazione si può riepilogare in questi termini: Il mobile aveva tracce di effrazione nella zona della tastiera perché alcuni tasti non ritornavano e qualche benpensante ha usato un giravite a mo di leva tra il legno ed i tasti; risultato vistose intacche sul legno.

La lucidatura èra tutta screpolata ed il legno sottostante presentava zone di diverso colore. I difetti elettrici ed elettronici erano tutti nel circuito di alimentazione ed in quello di uscita, accesa la radio per la prima volta sembrava funzionasse tutto regolarmente ma una volta spenta e poi riaccesa si è sentito subito il caratteristico “odore” dei raddrizzatori al selenio che si bruciano ed è venuto fuori del fumo dal sotto dello chassis e dal trasformatore di alimentazione.

La tensione anodica era scomparsa ed il trasformatore di alimentazione dava tutti i valori di tensione molto bassi.

Ho sostituito il raddrizzatore al selenio con un ponte di diodi ed il trasformatore di alimentazione con uno di caratteristiche equivalenti, ho scollegato tutti i circuiti a valle del raddrizzatore ed ho ridato corrente, andava tutto bene, con successivi interventi ho reinserito tratti di circuito con l’intento di localizzare il punto in cui si è originato il guasto che fatto saltare il circuito di alimentazione.

Quando sono arrivato a reinserire lo stadio finale sono ricominciati i guai, la radio è stereo quindi ha due valvole finali e due trasformatori di uscita. Collegando tutti e due i circuiti cominciavano a fumare le resistenze di carico dei catodi delle finali, sfilando alternativamente le finali il fenomeno non si verificava.

Nel togliere e mettere però le valvole ho notato uno scintillio nello zoccolo di una di esse, ecco, ho pensato, uno zoccolo in corto lo cambio e tutto è a posto! Niente affatto, rimonto le valvole e questa volta lo scintillio viene dall’interno di una valvola, inutile dire che a freddo le valvole più volte provate non presentavano corti interni.

Purtroppo non avevo due ECL86 di ricambio però dalla stessa amica tedesca dalla quale avevo acquistato la radio avevo comprato anche uno stock di circa 500 valvole di tutte le marche e modelli tra le quali ho recuperato molte PCL86.

Qual’era il problema? Realizzare un doppio circuito di alimentazione dei filamenti perché tutte le valvole originali erano alimentate a 6,3 volt mentre le PCL86 volevano 13,3 volt.

Esaminando il trasformatore di alimentazione che avevo sostituito mi sono accorto che l’avvolgimento secondario che forniva la tensione ai filamenti era costituito da due fili avvolti in parallelo, evidentemente per avere più amperaggio, ma a me tutti quegli ampere non servivano. Ho messo allora in serie i due avvolgimenti prendendo la fine di uno e collegandolo all’inizio dell’altro realizzando così un solo avvolgimento a 13.3 volt con presa centrale a 6,3 volt.

Per il collegamento in serie degli avvolgimenti l’ho dovuto per forza incrociare i terminali perché se avessi unito la fine dei due avvolgimenti ed avessi letto la tensione tra i due inizi non avrei letto 13,3 ma sempre 6,3 volt, nonostante l’avvolgimento era di doppia lunghezza, perché uno dei due risultava avvolto in senso contrario all’altro e quindi annullava metà del campo magnetico totale.

 Ricollegato il tutto e messe le nuove valvole ho ridato corrente, è tornato l’audio ma le fumate non erano ancora finite!

Ho pensato allora che il difetto potesse essere nei trasformatori finali che avevano la prima parte di avvolgimento che fungeva da impedenza per il circuito di rettificazione dell’anodica ma, smontati i due oggetti e provati al banco non presentavano difetti di isolamento o di continuità.

Vi ere un’altra parte del circuito di uscita che non mi piaceva molto per la sua tortuosità ed era il sistema di prese a jack a contatti multipli per il collegamento di altoparlanti esterni e la esclusione di quelli interni.

Ho escluso tutto quel circuito ed ho ricostruito lo stadio finale sul banco, con fili volanti e componenti ben separati.

A funzionato bene a primo colpo!

Adesso bisognava rimontare il tutto evitando di utilizzare vecchie parti del circuito di scambio degli altoparlanti.

L’unica cosa da fare era scollegare tutti i fili, pulire tutti i contatti, controllare a freddo che tutti i jack non fossero in corto e che scambiavano regolarmente.

Ultimata questo controllo ho finalmente rimesso sul telaio tutti i circuiti fatti sul banco con fili volanti, ho riacceso la radio e questa volta usciva solo musica e niente fumo.

C’ero riuscito!

Rimaneva ora da rimettere in ordine uno dei due diffusori laterali, di tipo elettrostatico, che aveva una sottile lamina di contatto (ritengo del Mylar metallizzato) che era strappata, ho aperto il diffusore, ho ripreso la parte restante del contatto e l’ho ricollegata alla linguetta del terminale, richiuso il tutto e collegato funzionava anche lui.

Ultimo atto ha riguardato il restauro del mobile, per prima cosa l’ho completamente sverniciato, poi ho pareggiato il colore del legno ed eliminato i danni alla parte della tastiera, in fine sono passato alla lucidatura eseguita con successive mani di vernice acrilica e tra una mano e l’altra vi era un processo di levigatura con lana di acciaio molto sottile che, a mio avviso, ha il vantaggio rispetto alle carte abrasive di tutte le graniture di non trattenere la vernice, non formare grumi e conseguenti rigature come purtroppo avviene quando le carte abrasive si “impastano”.

Non rimaneva ora che rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle e fare la classica foto finale.

 

 

Carlo Di Spes, 15.Apr.07

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